La tartaruga dalle orecchie rosse

Aspetti positivi

Robusta
Si adatta bene alla cattività
Si adatta bene a vivere in un laghetto all’aperto tutto l’anno
Ha un costo contenuto

Aspetti negativi

Da adulta è aggressiva e raggiunge una taglia discreta, che richiede molto spazio
Allevata all’interno richiede l’allestimento di un terracquario ben attrezzato e costoso
E’ longeva, richiede un impegno a lungo termine per il suo mantenimento
Può essere portatrice di salmonellosi
Come tutti gli animali, non è adatta ai bambini molto piccoli

Alimentazione con soli gamberetti
Mancanza di una fonte di raggi UVB (lampada UVB o luce solare) Mancanza di una zona asciutta nell’acquario
Mancanza di una zona per deporre le uova a disposizione delle femmine adulte

Classificazione

Classe : Reptilia Sottoclasse : Anapsida Ordine : Testudines Sottordine : Cryptodira Superfamiglia : Testudinoidea Famiglia : Emydidae Sottofamiglia : Emydinae
Genere : Trachemys (7 specie) Specie: scripta (12 sottospecie) Sottospecie: elegans

La classificazione di T. scripta è ancora piuttosto confusa e controversa, e spesso varia secondo gli autori. Anche il numero di sottospecie riconosciute
è variabile e arriva fino a 19. Trachemys scripta è stata originariamente classificata come Testudo, e in seguito come Chrysemys o Pseudemys .

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Legislazione

T. s. elegans attualmente è in Allegato B del Regolamento CE n° 338/97 del 09.12.1996. In pratica significa che è vietata la sua importazione nei paesi dell’Unione Europea, ma i soggetti importati prima dell’entrata in vigore della legge sono di libera detenzione. Ciò non perchè sia in pericolo di estinzione, ma perché gli innumerevoli soggetti che da anni vengono in modo incosciente “liberati” nei fiumi e nei laghi costituiscono una vera minaccia per la flora e la fauna locale, in particolare per gli anfibi e per la tartaruga palustre europea, Emys orbicularis.
Essendo in Allegato B, chi ha nascite di queste
tartarughe è tenuto alla compilazione del Registro di detenzione (Decreto ministeriale del 22.02.01), ma solo se intende cederle. In ogni caso è necessario denunciare le nascite al Corpo Forestale dello Stato.

Descrizione

Le dimensioni degli adulti variano da 12,5 a 28 cm (le femmine raggiungono le taglie maggiori). Il carapace e il piastrone sono uniti lungo i margini e non presentano cerniere. Il carapace ha una forma ovale ed ha una superficie liscia e leggermente convessa, mentre il piastrone è piatto sia nei maschi che nelle femmine. Il colore del carapace è verde nei giovani, e diventa progressivamente più scuro mano a mano l’animale invecchia, fino a diventare in certi soggetti marrone scuro o quasi nero. Il piastrone è giallo con macchie o disegni neri. La cute è per lo più verde con strisce gialle, ma dietro il timpano è presente una caratteristica macchia rossa, che rende questa sottospecie inconfondibile, ma che può ridursi o scomparire negli adulti.

Comportamento nell’ambiente naturale

Trachemys scripta elegans è una tartaruga d’acqua dolce che origina dal sud degli Stati Uniti (valle del Mississippi), dall’Illinois al Golfo del Messico. Occupa un’ampia varietà di habitat, dai piccoli stagni ai fiumi; preferisce le zone d’acqua calma, ricche di vegetazione e con un fondo fangoso. E’ diurna.
Sebbene sia un’abilissima nuotatrice Trachemys
s. elegans trascorre molto tempo ad esporsi al sole, da metà mattina a metà pomeriggio nei giorni di sole, e fino al tardo pomeriggio nei giorni nuvolosi. L’esposizione avviene su rocce o tronchi semisommersi o sulla spiaggia, ma anche galleggiando sull’acqua. Questo tipo di comportamento, tipico dei rettili, ha la funzione principale di permettere la termoregolazione, ossia il raggiungimento di una temperatura corporea ottimale. Inoltre ha lo scopo di
premettere la sintesi di vitamina D3 e di far asciugare la cute, il che ostacola la crescita di alghe dannose e allontana i parassiti.
Raramente si avventura sulla terraferma, se non
per deporre le uova o per cercare un nuovo corso d’acqua, in caso di necessità. E’ un animale piuttosto timido, e al minimo segno di pericolo si getta in acqua.
Le Trachemys s. elegans sono attive ad una
temperatura compresa tra 10° e 37°C; 41°C rappresentano la temperatura critica superiore. Quando la temperatura scende sotto i 10°C non possono più alimentarsi e vanno in letargo. In genere passano il letargo sott’acqua, nascoste tra il fango e i sedimenti, ma a volte si nascondono in tane di altri animali poste lungo la riva o in tronchi cavi. Durante i giorni invernali più caldi e soleggiati a volte escono ad esporsi al sole.

Alimentazione

Le Trachemys sono onnivore e in natura si alimentano di pesci, rane, girini, vermi, lumache, insetti, larve, animali morti e piante acquatiche. Gli individui giovani sono prevalentemente carnivori, infatti occupano le acque più basse, dove abbondano gli insetti. Man mano crescono si spostano verso acque più profonde, dove è meno facile trovare prede animali, e scelgono una dieta prevalentemente vegetariana.
Si alimentano in acqua fino alla profondità di 3 metri. L’attività alimentare è più intensa durante le prime ore del mattino. E’ stato osservato che nella ricerca del cibo i giovani passano sott’acqua tra
20 secondi e 5 minuti e gli adulti 5-6 minuti.
Specialmente i giovani cacciano attivamente piccoli pesci, girini, rane e invertebrati, che vengono ingoiati interi se sufficientemente piccoli, oppure fatti a pezzi con il bec co e le zampe.
Un altro tipo di strategia alimentare delle tartarughe dalle orecchie rosse consiste nella neustofagia, un processo di filtrazione simile a quello impiegato dalle balene. Le tartarughe nuotano sul pelo dell’acqua con la bocca aperta, in modo da ingerire con l’acqua delle particelle alimentari. In seguito chiudono la bocca ed espellono l’acqua attraverso le narici, e ingoiano il cibo rimasto nella bocca.

Riproduzione

Allo stato naturale i maschi raggiungono la maturità sessuale a 2-5 anni di età, a una lunghezza del piastrone di 9-10 cm. Le femmine diventano sessualmente mature quando raggiungono una lunghezza di 15 -19,5 cm (spesso nei rettili l’insorgenza della maturità sessuale dipende dalla taglia raggiunta, più che dall’età).

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La stagione riproduttiva varia secondo la località geografica, ma generalmente va da marzo a luglio. Il maschio corteggia la femmina mettendosi davanti a lei e carezzandone la testa e il collo con le lunghe unghie degli arti anteriori; la copula vera e propria dura circa 15 minuti.
Quando è pronta a deporre le uova, dopo circa 4-
6 settimane, la femmina cerca una zona adatta per scavare un nido, in genere un’area di terreno umido vicino all’acqua. Le uova vengono emesse a intervalli di 40 secondi. Al termine la femmina ricopre il nido con terriccio e detriti. Le uova sono ovoidali e hanno un guscio flessibile. Durante l’incubazione assorbono acqua, e diventano più grandi e più rigide.
In un anno vengono deposte fino a tre covate. Il
numero di uova deposto per covata va da 4 a 23, a seconda delle dimensioni della femmina. Le uova impiegano 2-3 mesi per schiudere, e a volte la schiusa avviene dopo l’inverno. I piccoli alla nascita misurano 2-3,5 cm, e alla fine della prima stagione di crescita raggiungono le dimensioni di
3,5-5,5 cm.

Dimorfismo sessuale e determinazione del sesso

Nei soggetti adulti il riconoscimento del sesso non presenta difficoltà. Le femmine raggiungono una taglia maggiore dei maschi, i quali presentano una coda più lunga e le unghie degli arti anteriori molto lunghe. Nei soggetti giovani il riconoscimento del sesso è molto difficile.
La determinazione del sesso è legata alla temperatura di incubazione. Se le uova vengono incubate al di sotto dei 27°C nascono solo maschi (tempo di incubazione 100 -120 giorni), invece sopra i 30°C nascono femmine (tempo di incubazione 60-70 giorni). A temperature intermedie nascono maschi e femmine in proporzione variabile. In commercio si trovano quasi tutti soggetti di sesso femminile. Infatti negli allevamenti vengono utilizzate temperatura nel range superiore, per accelerare la schiusa, portando alla nascita quasi esclusiva di femmine.

Allevamento in cattività

Le tartarughe dalle orecchie rosse sono importate dagli Stati Uniti a decina di migliaia ogni anno, ma la maggior parte muore ancora prima di essere venduta, a causa delle condizioni inadatte in cui sono tenute, e moltissime muoiono prima di un anno di età, per mancanza di cure adeguate da parte dei proprietari. Quando crescono e diventano troppo ingombranti spesso vengono liberate, danneggiando la fauna locale (esistono già insediamenti stabili di T. scripta in Israele, Francia, Germania, Olanda, Sud Africa. Possono vivere molto a lungo, anche 30 anni e più, se
accudite in modo appropriato, per cui richiedono un impegno a lungo termine.
Il mantenimento ideale in cattività delle
Trachemys è rappresentato da un laghetto all’aperto, il che raramente è realizzabile per il proprietario. Il laghetto deve essere provvisto di un muretto o una recinzione per evitare che gli animali scappino, di una zona asciutta per permettere alle tartarughe di uscire dall’acqua e riscaldarsi al sole, ed eventualmente di un’area adatta alla deposizione delle uova.
In alternativa la soluzione migliore consiste
nell’utilizzare un acquario di vetro, materiale che ha il vantaggio di essere facilmente lavabile e disinfettabile. Un paio di Trachemys fino a 10 cm di lunghezza possono essere tenute in un ambiente di 60 x 30 x 30 cm. Man mano che crescono la vasca deve essere proporzionalmente più grande. Si deve evitare un affollamento eccessivo perché sono animali molto aggressivi.
La profondità dell’acqua per le tartarughe neonate
non deve superare i 5 cm. Per quelle più grandi la profondità deve essere pari alla lunghezza del carapace, ad esempio per una tartaruga di 10 cm l’acqua deve essere profonda 10 cm.
Le tartarughe devono avere la possibilità di accedere facilmente ad una zona asciutta, che può essere costituita da un pezzo di legno o delle rocce. Occorre porre molta attenzione affinché gli animali non abbiano la possibilità di restare intrappolati sott’acqua smuovendo oggetti pesanti, perché questo ne causerebbe l’annegamento.
La temperatura dell’acqua deve essere di 24-26°C
di giorno, con una riduzione di circa 5°C di notte. Ciò si ottiene con dei riscaldatori collegati a un termostato, facendo attenzione che le tartarughe, specialmente quelle più grosse, non li danneggino. E’ sconsigliabile porre il terrario di fronte a una finestra perché con il sole si surriscalderebbe facilmente.
Non si deve utilizzare come materiale per il fondo sabbia, ghiaia o altro materiale costituito da particelle che possano essere ingoiate, perché causano facilmente costipazione intestinale.
E’ necessario mettere una lampada riscaldante in
corrispondenza della zona asciutta, in modo da creare un punto caldo di 30 -31°C, in cui le tartarughe possano uscire a riscaldarsi come se si esponessero al sole. Un punto caldo all’interno del terrario permette inoltre di creare un gradiente di temperatura, indispensabile per il benessere del rettile, che può in questo modo regolare la sua temperatura corporea.
La luce va lasciata accesa per 12 -14 ore al
giorno. Oltre a utilizzare una lampadina a incandescenza (da 40-100 watt a seconda delle dimensioni del terrario) per il c alore, si deve utilizzare una lampada a raggi ultravioletti (UVB), che permette alle tartarughe di sintetizzare la vitamina D3 di cui hanno necessità.
La lampada a ultravioletti serve a sostituire la luce
solare, e chiaramente non è necessaria se le

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tartar ughe vengono sistemate all’aperto o se vengono esposte regolarmente al sole. Occorre però tenere bene presente che la luce solare filtrata da un vetro o dal plexiglas non apporta raggi ultravioletti ed è perciò inutile.
Durante le giornate calde e soleggi ate è un’ottima
pratica permettere alle tartarughe di esporsi alla luce solare diretta. Si deve prestare la massima cura ad evitare problemi di surriscaldamento, soprattutto per gli esemplari più piccoli, fornendo la possibilità di ripararsi all’ombra se l a temperatura aumenta troppo. Il calore eccessivo può uccidere un rettile in pochi minuti.
Uno dei problemi principali è rappresentato dall’igiene dell’acqua, che deve essere mantenuta più pulita possibile se si vogliono evitare problemi di salute, per cui è consigliabile installare un filtro da acquario. Anche con l’uso di un buon sistema di filtraggio l’acqua deve essere periodicamente cambiata e il terrario disinfettato. Prima lo si lava con cura con acqua calda e sapone, poi si utilizza un disinfettante (la varechina diluita è efficace ed economica), e quindi si risciacqua abbondantemente per eliminare ogni residuo di disinfettante. I disinfettanti a base di fenoli devono essere evitati perché sono tossici.

Alimentazione

Le tartarughe piccole devono es sere alimentate tutti i giorni; man mano che crescono la frequenza dei pasti va diminuita, fino ad arrivare a 2-3 volte alla settimana negli individui adulti. L’alimentazione delle tartarughe acquatiche può creare grossi problemi di igiene dell’acqua. Per tale ragione è meglio evitare alimenti molto grassi od oleosi, e la somministrazione eccessiva di cibo, che causa l’intasamento dei filtri e degrada la qualità dell’acqua. L’ideale è di alimentare le tartarughe in una vasca separata, oppure di mettere il cibo in una zona asciutta, anche se le Trachemys preferiscono alimentarsi in acqua. La vasca usata per l’alimentazione va lavata e disinfettata dopo l’uso.
In cattività si deve offrire una varietà più ampia
possibile di alimenti: pesciolini; lombrichi; lumache e molluschi; Tubifex; cibo per gatti in pellet reidratato con aggiunta di un integratore minerale – vitaminico; pellet commerciale per trote (in particolare Purina Trout -chow) e piccole quantità di cibo in scatola per cani a basso contenuto di grasso; lattuga romana; carote grattate e foglie di carota, fagiolini, tarassaco, trifoglio; piccole quantità di frutta e altri alimenti adatti alla dieta delle tartarughe erbivore.
In commercio esistono alimenti già pronti per tartarughe d’acqua. Un tipo viene defi nito “mangime composto completo”, ma non deve costituire che una parte (25% al massimo) della dieta. Il mangime costituito di soli gamberetti essiccati, definito come “mangime semplice”, non è assolutamente indicato come alimento
esclusivo: è completamente sbilanciato e privo di vitamine indispensabili. Le tartarughine alimentate solo con questo tipo di mangime finiscono invariabilmente per sviluppare gravi carenze vitaminiche, che se non vengono corrette in tempo le porta a morte. I gamberetti essiccati possono essere offerti saltuariamente come complemento dell’alimentazione. La carne non è un alimento bilanciato: non contiene calcio; inoltre se fornita cruda può potenzialmente trasmettere infezioni da Salmonella.
Nella vasca si può mettere un osso di seppia, che
è molto utile per fornire calcio. Un paio di volte alla settimana si somministra un buon integratore minerale -vitaminico per rettili. E’ una pratica assolutamente inutile mettere le vitamine nell’acqua, il che oltretutto favorisce la moltiplicazione batterica.
Molte tartarughe rifiutano di assumere vegetali.
Un trucco per indurle a mangiare vegetali consiste nel mescolare una quota di vegetali a pezzetti con un alimento particolarmente gradito alla tartaruga, ad esempio carne macinata. Progressivamente si aumenta la quota di verdure e si riduce quella dell’alimento gradito, in modo da indurre l’animale ad accettare le verdure.

Letargo

Le Trachemys scripta elegans possono essere fatte andare in letargo, ma ciò non è assolutamente necessario per la loro salute. Il letargo invece è indispensabile se si vuole farle riprodurre, per stimolare l’attività riproduttiva.
Se si trovano in un terrario all’interno, la temperatura va gradualmente abbassata nel corso di alcune settimane fino a 4°C. Durante questo periodo di preparazione non devono essere alimentate, per dare modo al loro apparato digerente di svuotarsi. Il terrario va posto in una stanza fredda; la temperatura deve essere accuratamente monitorata utilizzando un termometro che registri la temperatur a massima e minima. Il periodo di letargo può essere di 6-12 settimane, secondo la taglia e delle condizioni fisiche; per le tartarughe giovani deve essere più breve. E’ molto importante ricordare che se la temperatura non scende sotto i 10°C le riserve corporee vengono consumate troppo in fretta, perché il metabolismo non è sufficientemente rallentato. Se invece la temperatura scende sotto i
4°C si possono creare danni da congelamento, e
se la temperatura scende sotto zero la morte può avvenire in poche or e.
Per l’ibernazione all’aperto occorre seguire alcune regole. Il laghetto o la vasca devono avere un’ampia superficie ed essere profondi almeno 1 metro, e deve esserci sul fondo un sufficiente strato di fango per immergersi. Secondo alcuni autori la super ficie non deve essere lasciata congelare per più di due settimane.

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Non si devono mandare in letargo le tartarughe malate o in condizioni fisiche non ottimali, o quelle molto piccole. Vanno tenute tutto l’inverno in un terrario riscaldato a 24 -26°C, con 12-14 ore di luce, con una lampada ad ultravioletti, e vanno alimentate regolarmente.

Contenimento

I soggetti di piccole dimensioni non presentano particolari difficoltà per il contenimento, e possono essere afferrati a livello di corazza e piastrone (come un panino). Invece le tartarughe di grandi dimensioni richiedono qualche precauzione, in

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quanto sono molto forti e possono infliggere morsi e graffi dolorosi. La presa più sicura consiste nell’afferrarle per il bordo posteriore del carapace, con le dita nella fossa inguinale. Alcuni individui sono particolarmente docili, e si lasciano manipolare senza manifestare atteggiamenti aggressivi. In ogni caso occorre avere cura di non lasciare cadere l’animale, il che può causare fratture degli arti o della corazza.
Dopo avere maneggiato una tartaruga o aver
toccato l’acqua in cui vive, come per tutti i rettili vale la regola di lavarsi con cura le mani, per evitare il pericolo di contrarre un’infezione da Salmonella.